poesia3002
Roberto Mosi si interessa di poesia e fotografia. Per la poesia ha pubblicato Sinfonia per San Salvi (Il Foglio 2020), Orfeo in Fonte Santa (Ladolfi 2019), Il profumo dell’iris (Gazebo 2018), Navicello Etrusco (Il Foglio 2018), Eratoterapia (Ladolfi 2017), Poesie 2009-2016 (Ladolfi 2016). L’autore ha realizzato mostre di fotografia presso caffè letterari, biblioteche, sale di esposizione. Cura i Blog: www.robertomosi.it e www.poesia3002.blogspot.it .
lunedì 22 aprile 2024
"Paolina Bonaparte seguace di Eros": Mostra Circolo Casa di Dante - Incontro 21 aprile
"Tre principesse francesi a Firenze", Pontecorboli Editore - Roberto Mosi
Anno/Year 2024
172 pagine/pages
22 illustrazioni/illustrations.
12x19 cm.
ISBN 9788833841977
€17.00
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Roberto Mosi
Tre principesse francesi a Firenze
Sylvia Boucot e le sorelle di Napoleone, Elisa Baciocchi, Paolina Borghese e Carolina Murat
E' affascinante seguire le storie delle tre principesse sorelle dell’imperatore Napoleone, Carolina, Paolina ed Elisa, a Firenze e in Toscana, con lo sguardo di Sylvia Boucot che per trent’anni, in tempi diversi, fu al loro servizio come dama di compagnia, nella buona e nella cattiva sorte, secondo le straordinarie vicende del generale corso. Sylvia nella sua esperienza, unica, ha modo di raccogliere le confidenze delle tre donne, i racconti dei loro amori, la loro determinazione e il loro coraggio, i momenti dell’orgoglio per la famiglia di cui fanno parte, il rapporto con il potere, le angosce degli anni dopo la sconfitta di Napoleone, quando la famiglia dell’imperatore è proscritta, perseguitata dalle nazioni vincitrici. Firenze, con la sua storia, lo spettacolo del suo patrimonio d’arte, le sue bellezze, l’effervescenza della società di quel periodo, è fra i protagonisti del romanzo storico.
Le principesse Elisa Baciocchi, Paolina Borghese e Carolina Murat, grazie alla fortuna e alle capacità di uomo d’arme e di governo del fratello Napoleone Bonaparte, si trovarono dalle umili origini in una terra isolata, povera, come la Corsica, a conquistare onori e ricchezze sullo scenario europeo; la sorte fatale poi del generale corso, il crollo dell’impero, determinò il rovesciamento della loro fortuna, la decadenza. Sylvia Boucot fu dama di compagnia, in tempi diversi, per un periodo di oltre trenta anni, delle tre principesse; sono preziose le testimonianze che ci offre nelle pagine del romanzo: portano a delineare i caratteri diversi delle tre sorelle e, allo stesso tempo, il loro coraggio di donne libere, la loro determinazione e ad illustrare, per altro verso, i volti che mostra il potere, nei diversi frangenti della storia, l’affermarsi della nuova classe borghese. In questo quadro, Firenze fa da scenario all’agire dei diversi protagonisti, è all’incrocio di dinamiche particolari, incisive per il futuro della città e dell’Italia. Emergono inoltre analogie con il tempo presente, come il mito della nazione e il mito del comandante supremo, del leader, che oggi ricompaiono sugli scenari incerti del nostro presente.
Roberto Mosi vive a Firenze, è stato dirigente per la Cultura alla Regione Toscana, si interessa di letteratura e fotografia. Ha pubblicato i romanzi Non oltrepassare la linea gialla (Europa Edizioni 2014) ed Esercizi di volo (Europa Edizioni 2016; premiato al concorso Casentino 2017). Ha pubblicato i romanzi storici: Elisa Baciocchi e il fratello Napoleone (Il Foglio, 2013), Ogni sera Dante ritorna a casa. Sette passeggiate con il poeta (Il Foglio 2021), Barbari. Dalle Steppe a Florentia alla porta contra aquilonem (Masso delle Fate 2022). Per la poesia, Itinera (Masso delle Fate 2007), Poesie 2009-2016 (Ladolfi 2016), Eratoterapia (Ladolfi 2017), Navicello Etrusco (Il Foglio 2018), Orfeo in Fonte Santa (Ladolfi 2019), Sinfonia per San Salvi (Il Foglio 2020), Promethéus. Il dono del fuoco (Ladolfi 2021), Amo le parole. Poesie 2017-2023 (Ladolfi 2022). Queste opere poetiche hanno ricevuto vari riconoscimenti; l’ultimo per Il profumo dell’iris (Gazebo 2018): Premio speciale in Memoria di Duccia Camiciotti, Città di Montevarchi (2022). L’autore ha realizzato mostre di fotografia presso biblioteche, caffè letterari e sale di esposizione, in particolare al Circolo degli Artisti “Casa di Dante”. È presidente dell’Associazione Testimonianze che pubblica l’omonima rivista fondata da Ernesto Balducci. Fa parte della rivista diretta da Mariella Bettarini L’area di Broca. Cura i blog: wwww.robertomosi.it, www.poesia3002.blogspot.it
© 2021 Angelo Pontecorboli email
EDAP di A. Pontecorboli - PIva 05236960489
mercoledì 17 aprile 2024
"EROS": 21 aprile, ore 17- Paolina Bonaparte, Venere Vincitrice: 4 sguardi: Arte e Mito, Partriarcato, Libertà, Tanatos- CircoloArtisti Casa di Dante -
Ἔρως
Paolina Bonaparte Leclerc
Borghese, Venere vincitrice, seguace di Ἔρως
Ἔρως
mi ha ispirato una visita alla Galleria Borghese di Roma per rendere omaggio a Venere
vincitrice, il capolavoro di Antonio Canova, immagine dello splendore di un
giovane corpo femminile, opera che esprime i sentimenti di amore, di tenerezza,
che attraversano i pensieri degli uomini, “è il Mito che si fa carne e diventa
accessibile ai desideri e ai sogni, fa avvertire il tepore delle forme
femminili, la pulsione del desiderio” (A. Paolucci, 2022). Venere/Paolina, la
modella, tiene nella mano sinistra, con indicibile grazia, il pomo della
vittoria vinto nella gara istituita da Paride.
Nella
sala della Galleria, davanti alla statua colgo la sottile sensualità che emana
dalla figura di Paolina, il gioco di luci ed ombre che danno naturalezza alle
carni e alle stoffe, il tono leggermente ambrato dei marmi. Canova per rendere
più viva l’opera aveva spalmato una cera
rosata e aveva escogitato un ingranaggio che faceva girare la statua intorno all’asse
verticale, di 360 gradi.
Seguo
idealmente il movimento della Venere vincitrice e riprendo con la
macchina fotografica quattro punti di osservazione che mi viene spontaneo collegare allo
straordinario, irrequieto, personaggio di Paolina Bonaparte Leclerc Borghese:
1°
- Il simbolo di Ἔρως; 2° - La donna più
bella del tempo (Napoleone); 3° - Donna libera, don Giovanni in abiti
femminili; 4° - L’incontro di Ἔρως con Θάνατος.
Prende
così vita il mio progetto per l’ottavo anniversario dell’Officina del Mito,
legato a Paolina Bonaparte e alla presenza di Tre principesse francesi a
Firenze, sorelle di Napoleone.
---------
Progetto di Roberto Mosi
L'iniziativa si svolge nell'ambito della Mostra sul Mito di Eros presso Il Circolo degli Artisti Casa di Dante (20 aprile- 2 maggio 2024).
venerdì 5 aprile 2024
"Toscana nuova": Curarsi con la Poesia: "Dino Campana, una ricetta per i passaggi difficili della vita" -Aprile 2024
Rubrica aprile 2024
Curarsi con la poesia
Dino Campana: una ricetta
per i passaggi difficili della vita
Mi hanno scritto alcuni
lettori, e ne ho parlato con vari amici, sull’idea di curarsi con la poesia e
alcuni hanno tenuto a sottolineare come l’arte, in generale, possa
rappresentare un’efficace cura. Trovo che sia senz’altro vero, devo però
aggiungere che le mie esperienze mi hanno portato a cogliere direttamente il
valore della poesia.
Per quanto mi riguarda, è
stato importante l’incontro con Dino Campana (Marradi 1885-Castelpulci 1932). A quindici anni, vengono diagnosticati al
poeta i primi disturbi nervosi che non gli impediranno di frequentare i vari
cicli di scuola. Quando rientra a Marradi dopo gli studi, le crisi nervose si
acutizzano, come pure i frequenti sbalzi di umore, sintomi dei difficili
rapporti con la famiglia, soprattutto con la madre, con il paese natio. Campana
espresse il suo "male oscuro" con un irrefrenabile bisogno di fuggire
e dedicarsi ad una vita errabonda. La prima reazione della famiglia e del
paese, e poi dell'autorità pubblica, fu quella di considerare le stranezze di
Campana come segni lampanti della sua pazzia. Nel 1913 Campana si reca a
Firenze e si presenta a Giovanni Papini e ad Ardengo Soffici, cui consegna il
manoscritto dal titolo "Il più lungo giorno". Non viene preso in
considerazione e il manoscritto va perso. Nell'inverno del 1914, convinto di
non poter più recuperare il manoscritto, Campana decide di riscriverlo tutto
affidandosi alla memoria. Nella primavera del 1914, riesce finalmente a
pubblicare la raccolta, con il titolo di "Canti Orfici". Conosce
Sibilla Aleramo, l'autrice del romanzo “Una donna”, ed inizia con lei
un'intensa e tumultuosa relazione. Nel 1918 Campana viene internato presso
l'ospedale psichiatrico situato nella Villa di Castelpulci, presso Scandicci,
dove muore per una forma di setticemia.
Nella sua poesia
visionaria, ricca di immagini molto intense, si amalgamano i suoni, i colori e
la musica in potenti bagliori, mi colpisce particolarmente il motivo
dell’oscurità fra il sogno e la veglia e come questo viene reso nei suoi versi:
gli aggettivi e gli avverbi ritornano con una ripetitiva insistenza come di chi
detta durante un sogno, sogno però interrotto da forti trasalimenti. Fino al
suo internamento a Castel Pulci, lotterà per la sua poesia e per una vita che
non era mai riuscita a donargli nulla in termini di serenità e pace, anche la
strada dell'amore, il suo incontro con Sibilla Aleramo, si trasformerà in una sconfitta.
L’incanto della sua
poesia mi è vicino e riaffiorano spesso alla mia mente i suoi versi, ad iniziare dal
canto “L’invetriata”, che esprime attraverso l’immagine del tramonto, simbolo
di ferita e disfacimento, il suo tormento esistenziale: La sera fumosa
d’estate/Dall’alta invetriata mesce chiarori nell’ombra/ E mi lascia nel cuore
un suggello ardente … Ho letto i libri e visto i film sulla vita, ho
ricercato poi, dal vivo, lo “sguardo del poeta”, i luoghi del paese celebrati
dalla poesia, i leggii con i testi dei componimenti che il Comune di Marradi ha posto negli angoli
più suggestivi del paese, ho ricostruito percorsi a tema, sulla base dei testi
poetici e delle notizie sulla vita: l’incontro di Dino Campana con Sibilla Aleramo,
al Barco, sotto il Passo del Giogo e il cammino verso Moscheta e la valle
dell’Inferno, la sosta a Casetta di Tiara; il pellegrinaggio da Marradi a Stia,
al Falterona, alla Verna; la visita al parco dell’ex Manicomio di San
Salvi, con il pensiero rivolto alla degenza alla quale fu costretto. Questi percorsi
sono stati scelti da un’ associazione di trekking per i propri soci e ho avuto
l’incarico di guidare un gruppo alla scoperta di questi luoghi, seguendo le
orme di Dino: nel percorso ogni socio aveva i testi dei canti e nelle diverse soste,
abbiamo letto insieme alcuni versi, ad alta voce, nei boschi, davanti
alle montagne, lungo i corsi d’acqua, con lo spirito di cui parla Mariangela
Guarnieri nel suo libro – L’incanto fonico. L’arte di dire la poesia, Salerno
Editrice: “Questo ci tocca, liberare nell’aria il verso, trovare/ la sua forma
sonora. Incanto fonico si chiama.”
Questa esperienza mi ha particolarmente
coinvolto e mi ha fatto capire come la poesia possa alleviare le sofferenze del
poeta e, d’alta parte, arricchire di nuove sensazioni e sentimenti, il lettore.
La familiarità con alcuni luoghi dei Canti Orfici è stata per me fonte
di ispirazione per un mio poemetto, L’invasione degli storni, Ed.
Gazebo, nel quale canto, anche se con flebile voce poetica, la bellezza
selvaggia della Valle dell’Inferno, presso Moscheta: Sopra la cima dei
castagni/ la vertigine delle rocce, / colonne aeree di una cattedrale/ aperta
sul candeggiare del cielo.
Per coloro dunque che si
trovano ad affrontare una fase impegnativa della loro vita – che per me ha
riguardato il passaggio dall’attività lavorativa alla pensione - Erato ha la
ricetta pronta, per superare meglio il trauma del passaggio fra “stagioni”
diverse dell’esistenza: l’incontro con la poesia, la storia, i sogni di un
grande, amato poeta.
(FOTO)
Roberto Mosi si interessa
di poesia, narrativa e fotografia, collabora con riviste fiorentine. È stato
dirigente per la cultura alla Regione Toscana. Per la poesia ha pubblicato Sinfonia
per San Salvi (Il Foglio 2020), Orfeo in Fonte Santa (Ladolfi 2019),
Il profumo dell’iris (Gazebo 2018), Navicello Etrusco (Il Foglio
2018); le antologie Poesie 2009-2016
(Ladolfi 2016) e Amo le parole. Poesie 2017-2023 (Ladolfi 2023). Per la
narrativa: Barbari (Masso delle Fate 2022), Ogni sera Dante ritorna a
casa (Il Foglio 2021), Elisa Baciocchi e il fratello Napoleone (Il
Foglio 2013), Esercizi di volo (Europa Edizioni 2016). Blog:
www.robertomosi.it e www.poesia3002.blogspot.it ; e-mail: mosi.firenze@gmai.com
mercoledì 3 aprile 2024
La fiamma di ἜΡΩΣ 21 aprile: Circolo Casa di Dante: PROGETTO PAOLINA BONAPARTE LECLERC BORGHESE, VENERE VINCITRICE, SEGUACE DI ἜΡΩΣ
Progetto: Le fiamme di ἜΡΩΣ: PAOLINA BONAPARTE LECLERC BORGHESE,
VENERE VINCITRICE, SEGUACE DI ἜΡΩΣ
Ἔρως mi ha ispirato una visita alla Galleria Borghese di Roma per rendere omaggio a Venere vincitrice, il capolavoro di Antonio Canova, immagine dello splendore di un giovane corpo femminile, opera che esprime i sentimenti di amore, di tenerezza, che attraversano i pensieri degli uomini, “è il Mito che si fa carne e diventa accessibile ai desideri e ai sogni, fa avvertire il tepore delle forme femminili, la pulsione del desiderio” (A. Paolucci, 2022). Venere/Paolina, la modella, tiene nella mano sinistra, con indicibile grazia, il pomo della vittoria vinto nella gara istituita da Paride.
Nella sala della Galleria, davanti alla statua colgo la sottile sensualità che emana dalla figura di Paolina, il gioco di luci ed ombre che danno naturalezza alle carni e alle stoffe, il tono leggermente ambrato dei marmi. Canova per rendere più viva l’opera aveva spalmato una cera rosata e aveva escogitato un ingranaggio che faceva girare la statua intorno all’asse verticale, di 360 gradi.
Seguo idealmente il movimento della Venere vincitrice e riprendo con la macchina fotografica quattro punti di osservazione che mi viene spontaneo collegare allo straordinario, irrequieto, personaggio di Paolina, la sorella dell’imperatore Napoleone Bonaparte: 1° - Il simbolo di Ἔρως; 2° - La donna più bella del tempo (Napoleone); 3° - Donna libera, don Giovanni in abiti femminili; 4° - L’incontro di Ἔρως con Θάνατος.
Prende così vita il mio progetto per l’ottavo anniversario dell’Officina del Mito, legato a Paolina Bonaparte e alla presenza di Tre principesse francesi a Firenze, sorelle di Napoleone. Blog: www.robertomosi.it , www.poesia3002.blogspot.it ; e-mail: mosi.firenze@gmail.com
www.robertomosi.it. mosi.firenze@gmail.com .
Società delle Belle ArtiCircolo degli Artisti “Casa di Dante” Società delle Belle Arti- Circolo degli Artisti “Casa di Dante” Via Santa Margherita 1r- Firenze www.circoloartisticasadante.com - info@circoloartisticasadante.com COMUNICATO STAMPA Mostra: Mostra collettiva “Eros…che move il mondo” Artisti: Rosa Cianciulli, Guido Del Fungo, Enrico Guerrini, Nicoletta Manetti, Giovanni Mazzi, Salvatore Monaco, Roberto Mosi, Margherita Oggiana, Andrea Ortuño , Roberto Romoli, Andrea Simoncini, Umberto Zanarelli, Pareskevì Zerva Inaugurazione Mostra: Sabato 20 Aprile 2024 ore 17.00 Durata Mostra: 20 Aprile –2 Maggio 2024 Luogo: Società delle Belle Arti- Circolo degli Artisti “Casa di Dante”, via Santa Margherita n.1/r, Firenze Sito web: www.circoloartisticasadante.com Email: info@circoloartisticasadante.com Tel. +39 055 218402 Orario apertura: da Martedì a Domenica compresi dalle 10:00 -12:00 e dalle 16.00-19.00; Ingresso libero “Eros…che move il mondo” è il titolo della nuova imperdibile rassegna artistica del gruppo di “Officina del mito”, che sarà ospitata nelle prestigiose sale espositive della Società delle Belle Arti-Circolo degli Artisti “Casa di Dante” di Firenze. Un nuovo tema quello affrontato in questa edizione, accattivante e dalle molteplici sfaccettature: l’Eros. L’attuale smisurata sovraesposizione d’immagini di nudo, l’uso martellante e smaliziato di corpi svestiti nei media, nelle pubblicità, come nel web, non solo ci lasciano immagini che hanno ben poco da raccontare, poiché completamente prive di un’anima; ma soprattutto autorizzano una mercificazione dei corpi ed un neo-liberismo selvaggio che limita e circoscrive il concetto di Eros alla dimensione puramente corporea dei sessi. Agli albori della storia dell’umanità però Eros era considerato una forza primigenia, nata dal cháos primordiale (Χάος), per poi diventare, secondo una mitologia più tarda, il figlio di Afrodite ed Ares. Ed è proprio in questa veste che forse lo conosciamo meglio: ritratto innumerevoli volte nell’arte europea, Eros o Cupido, assume le sembianze di un efebo bellissimo o di un fanciullo alato che si diverte a scagliare le proprie frecce, gettando gli uomini nelle passioni più incontrollabili. Una kermesse artistica che svela dunque, un Eros dai tanti volti, un Eros che scorre sui tanti piani della nostra vita, un Eros che soffia sui tanti volti dell’esistente. Non quindi una sottovalutazione della pulsione erotica nell’incontro delle anime e dei corpi, ma la sua collocazione in una dimensione onnicomprensiva, in quanto impulso vitale dalle tante sfaccettature. Per gli artisti di “Officina del mito” Rosa Cianciulli, Guido Del Fungo, Enrico Guerrini, Nicoletta Manetti, Giovanni Mazzi, Salvatore Monaco, Roberto Mosi, Margherita Oggiana, Andrea Ortuño , Roberto Romoli, Andrea Simoncini, Umberto Zanarelli, Pareskevì Zerva, lo stimolo erotico diventa cioè, un esercizio emotivo con cui sollecitiamo i nostri sensi, nel riconoscere ciò che nella mediocrità è il sublime, ciò che nella meccanica è energia; ciò che nella vita è quel coraggio indispensabile per esplorare le dimensioni psichiche ed emotive. Scrive infatti Byung-Chul Han riferendosi a Platone: “dall’Eros proviene uno slancio spirituale; l’animo sollecitato eroticamente realizza cose belle e soprattutto buone azioni che hanno un valore universale». L’inaugurazione della mostra “Eros...che move il mondo” avrà luogo Sabato 20 aprile 2024 alle ore 17.00 presso la Società delle Belle Arti- Circolo degli Artisti “Casa di Dante”, in via Santa Margherita n.1/r, Firenze. La mostra sarà presentata dalla storica e critica d’arte Virginia Bazzechi Ganucci Cancellieri. Durante il periodo della mostra saranno inoltre organizzati diversi appuntamenti letterari e musicali. Tutte le informazioni riguardanti date ed orari sono segnalati nella locandina
lunedì 1 aprile 2024
Protomoteca di Roma: "Amo le parole. Poesie 2017-23": Premio Alberoandronico-In partenza
“Amo le parole. Poesie 2017-2023"
Scheda EditorialeRoberto Mosi, “Amo le parole. Poesie 2017-2023”,
Ladolfi Editore, Borgomanero (Novara) 2023. Prefazione di Carmelo Consoli.
Pagg. 264, € 14
L’autore, Roberto Mosi, fiorentino
di nascita, già dirigente per la cultura alla Regione Toscana, poeta,
fotografo, scrittore, vive un momento importante del suo impegno. Ha pubblicato
il romanzo storico “Barbari. Dalle Steppe a Florentia alla porta contra
Aquilonem”, Masso delle Fate, 2022, e prosegue la sua partecipazione alle
attività del Circolo degli Artisti “Casa di Dante”: nel trascorso mese di
febbraio ha preso parte con le sue fotografie, alla mostra collettiva
dell’Officina del Mito: “I mille volti di Antigone”.
Per la poesia di rilievo
la pubblicazione del libro: “Amo le parole. Poesie 2017-2023”,
Ladolfi Editore, la seconda antologia dell’autore che presenta in quarta di
copertina la lirica Amo le parole.
“In questa spettacolare carrellata filmica – dalla prefazione di Carmelo
Consoli - seguiremo le vicende di una Firenze trasmutata dalla fantasia di un
poeta innamorato, ci inoltreremo per piazze, strade, colline (Il profumo
dell’iris), nelle terre delle sacre fonti e delle contese partigiane (Navicello
Etrusco), (Orfeo in Fonte Santa), (Eratoterapia), nei territori
delle follie manicomiali di un presidio psichiatrico come San Salvi (Sinfonia
per San Salvi), nelle vivificanti viscere di un mitico Prometeo (Prometeo);
ed infine giungiamo alle lacerazioni del mondo contemporaneo, il ritorno della
guerra in Europa, la pandemia, la crisi climatica (Il nostro giardino
globale), (I nostri giorni)” .
La raccolta Promethéus.
Il dono del fuoco, compresa in questa antologia, è fra le opere segnalate al
Premio Città di Como 2023.
La prima antologia di
Roberto Mosi, “Poesie 2009-2016”, Ladolfi Editore, è del 2016 e comprende le
raccolte Nonluoghi, Luoghi del mito, Florentia, L’invasione degli storni,
Concerto per Flora, Sinfonia per Populonia, Dialoghi con Marcel Proust; è stata
premiata al concorso “Alda Merini” (2016) e al Premio Casentino (2017).
giovedì 28 marzo 2024
Merc. 10 aprile libro: "Amo le parole", sede "Testimonianze" - Antologia "Poesie 2017-23", R. Mosi, interventi Saccardi, Salsi, Guerrini
L’utopia di restare umani
Hannah Arendt
L'utopia di restare umani
Vito Mancuso, La Stampa 30 giugno 2022
Roberto
Mosi, “Amo le parole. Poesie 2017-2023”, Ladolfi Editore, Borgomanero.
Prefazione Carmelo Consoli. Postfazione Giuliano Ladolfi
Commento
di Giuliano Ladolfi dalla Posfazione al libro
«La
poesia prende il posto / dei sogni»
Penso
che la concezione poetica di Roberto Mosi sia chiarita dal seguente passo
compreso in questa antologia: «Credo che sia possibile curarsi con la
poesia,
per vincere le paure, stati di sofferenza, per stringere sogni che passano in
volo, per divertirsi. La voce della poesia arriva dal dentro, potente nelle ore
della notte, debole e distratta il giorno. Porta sollievo,
se
non guarigione, dolcezza di ricordi, sapori tenui di malinconia»...
eratoterapia, senza dubbio. Bastano queste righe per depositare nel bidone dei rifiuti
tutte le concezioni avanguardistiche e neoavanguardistiche.
Il
poeta, infatti, assegna la scrittura in versi alla dimensione umana e non a
quella puramente intellettuale o linguistica.
Il
titolo di questa pubblicazione, che raccoglie testi editi da 2017 al 2023,
costituisce un’ulteriore conferma: Amo le parole. E non si può amare senza
collocare questo sentimento nell’intimità dell’essere umano. Si ama quando
tra l’individuo e l’altro-da sé scocca una scintilla destinata a incendiare il
mondo.
E ciò può avvenire con ogni tipo di realtà, che in questo caso si identifica
con l’esistente, l’esistente che entra in empatia con il poeta.
Le
parole poetiche per lui non sono flatus vocis, ma dichiarazioni d’amore che
trasformano chi le pronuncia e chi le legge. Non si gioca sui significati
quando
il sentimento ha il sopravvento. E questo sentimento è contagioso perché non
permette al lettore di essere indifferente di fronte alla bellezza di Firenze,
alla sua storia, alla sua arte, ai suoi colori, alle sue vie, ai suoi palazzi.
Anche chi la conosce trova in questi versi nuovi occhi per contemplarla non con
lo sguardo dello studioso o del turista, ma con l’entusiasmo di chi la ama come
si ama una madre amorevole e affettuosa.
E
poi il sentimento si espande al mondo intero, anche a situazioni dolorose, come
la guerra o come la devastazione climatica. Se «la poesia prende il posto / dei
sogni», è fondamentale che a tutti sia concesso di sognare tramite
quest’arte,
a tutti sia concesso di ritrovare in essa l’impulso ad approfondire quel senso
dell’esistere che Roberto Mosi propone come un’avventura meravigliosa e
inesauribile.
Il traghetto per Lampedusa*
.
Parte a mezzanotte il traghetto
da Trapani per Lampedusa
il mare dei 305 figli annegati
.
Stabat
Mater dolorósa
iuxta
crucem lacrimósa,
dum
pendébat Fílius.
.
Cerco dalla nave 305 stelle
sul cielo dell’Africa,
le parole della preghiera
.
Vidit
suum dulcem natum
moriéntem desolátum,
dum emísit spíritum.
.
Sono sul camion, quindici giorni
da Tamara a Misurata
tempesta di sabbia, violenze
.
Eia,
mater, fons amóris,
me
sentíre vim dolóris
fac,
ut tecum lúgeam.
.
Sono nascosto fra le dune
in attesa del barcone
bagliori lancinanti di speranza
.
Sancta Mater, istud agas,
crucifíxi fige plagas
cordi
meo válide.
.
Sono sul barcone carico di esistenze
da Misurata a Lampedusa
odore di nafta, paura, fame
.
Fac
me vere tecum pie flere,
Crucifíxo
condolére
donec
ego víxero.
.
Sono nell’urlo dei disperati
le onde mi sbattono contro il relitto
sprofondo, conquisto la pace.
-
Sul silenzio del mare
il bisbiglio di mille preghiere
l’urlo assordante dei tamburi.
.
* Stabat mater:
preghiera del XIII secolo attribuita a Jacopone da
Todi. – “Navicello Etrusco”, Gazebo, Roberto Mosi
martedì 26 marzo 2024
Il murale di Enrico Guerrini al Parco Fluviale Fabrizio De Andrè, Pontassieve -La poesia per il naufragio a Lampedusa, 2013
35.5 Latitudine Nord, 12.6 Longitudine Est
Il traghetto per Lampedusa
Poesia di Roberto Mosi
Parte a mezzanotte il
traghetto
da Trapani a Lampedusa
il mare dei 305 figli
annegati
Stabat Mater dolorósa
iuxta crucem lacrimósa,
dum pendébat Fílius.
Cerco dalla nave 305
stelle
sul cielo dell’Africa
Eritrea
Etiopia Ghana
le parole della
preghiera
Vidit suum dulcem natum
moriéntem desolátum,
dum emísit spíritum.
Sono sul camion,
quindici giorni
da Tamara a Misurata
deserto, tempesta di
sabbia, violenze
Eia, mater, fons amóris,
me sentíre vim dolóris
fac, ut tecum lúgeam.
Sono nascosto fra le
dune del mare
in attesa del barcone
bagliori lancinanti
di speranza
Sancta
Mater, istud agas,
crucifíxi
fige plagas
cordi meo válide.
Sono sul barcone
carico di esistenze
da Misurata a Lampedusa
odore di nafta, di
paura, di fame
Fac me vere tecum flere,
Crucifíxo condolére
donec ego víxero.
Sono nell’urlo dei
disperati
le onde mi sbattono
contro il relitto
sprofondo nell’acqua,
conquisto la pace
Iuxta crucem tecum stare,
te libenter sociáre
in planctu desídero
Sul silenzio del mare
il bisbiglio di mille
preghiere
l’urlo assordante dei
tamburi
35.5 Latitudine Nord, 12.6 Longitudine Est
Il traghetto per Lampedusa
Poesia di Roberto Mosi
Parte a mezzanotte il
traghetto
da Trapani a
Lampedusa
il mare dei 305 figli
annegati
Stabat Mater dolorósa
iuxta crucem lacrimósa,
dum pendébat Fílius.
Cerco dalla nave 305
stelle
sul cielo dell’Africa
Eritrea
Etiopia Ghana
le parole della
preghiera
Vidit suum dulcem natum
moriéntem desolátum,
dum emísit spíritum.
Sono sul camion,
quindici giorni
da Tamara a Misurata
deserto, tempesta di
sabbia, violenze
Eia, mater, fons amóris,
me sentíre vim dolóris
fac, ut tecum lúgeam.
Sono nascosto fra le
dune del mare
in attesa del barcone
bagliori lancinanti
di speranza
Sancta
Mater, istud agas,
crucifíxi
fige plagas
cordi meo válide.
Sono sul barcone
carico di esistenze
da Misurata a Lampedusa
odore di nafta, di
paura, di fame
Fac me vere tecum flere,
Crucifíxo condolére
donec ego víxero.
Sono nell’urlo dei
disperati
le onde mi sbattono
contro il relitto
sprofondo nell’acqua,
conquisto la pace
Iuxta crucem tecum stare,
te libenter sociáre
in planctu desídero
Sul silenzio del mare
il bisbiglio di mille
preghiere
l’urlo assordante dei
tamburi